Arriva la pensione part time: ti danno l’assegno ma devi continuare a lavorare

Tra le tante proposte sui tavoli del Governo arriva anche quella di una pensione part time: si riceve metà assegno e si deve continuare a timbrare il cartellino.

La deadline è sempre più vicina: si avvicina la data in cui dovrà essere presentata la bozza della Manovra di Bilancio 2026 e, come ogni anno, il nodo più grande da sciogliere resta quello delle pensioni. Il Governo di Giorgia Meloni è deciso più che mai a superare la Legge Fornero ma, d’altro canto, non si può rischiare la stabilità di tutto il sistema.

il premier giorgia meloni
Arriva la pensione part time: ti danno l’assegno ma devi continuare a lavorare -(foto Ansa)- sorrentojazz.it

Il premier lo aveva promesso durante la campagna elettorale del 2022: la legge Fornero sarebbe stata superata entro la fine della prima legislatura. Il 2026 sembra essere l’anno perfetto per fare questo passo in modo da evitare l’aumento dell’età pensionabile che, altrimenti, avverrebbe in automatico nel 2027.

I punti interrogativi, però, sono tanti. Le casse dell’Inps oggi non sono più quelle che erano nel 2011, le nascite sono diminuite ulteriormente, gran parte della forza lavoro – cioè i giovani – si trasferiscono all’estero e la durata media della vita continua ad aumentare. Ecco allora che la pensione part time potrebbe diventare l’unica soluzione possibile.

Tutti in pensione ma solo part time: ecco come funzionerà

Si discute da mesi di rendere accessibile a tutti la pensione a 64 anni o, addirittura, a 62. Un abbassamento così importante dell’età pensionabile non sarebbe sostenibile a lungo per il nostro Paese. Ecco allora che, tra le varie proposte, fa capolino quella di una pensione part time. Vediamo come dovrebbe funzionare.

uomo anziano preoccupato con una mano sulla fronte
Tutti in pensione ma solo part time: ecco come funzionerà/sorrentojazz.it

Il Governo sta ancora discutendo sulla possibilità di introdurre Quota 41 flessibile: una Quota 41 estesa a tutte le categorie ma solo a partire dai 62 anni e con una riduzione dell’assegno previdenziale del 2% per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 anni. Si sta valutando anche la possibilità di rendere accessibile a tutti – e non solo ai lavoratori contributivi puri – l’opportunità di lasciare il lavoro a 64 anni con solo 20 di contributi. In questo caso, però, l’assegno previdenziale dovrebbe raggiungere almeno 3 volte l’importo dell’assegno sociale e, cioè, circa 1600 euro al mese.

Proposte bellissime ma che forse le casse dello Stato non riuscirebbero a reggere a lungo in quanto comporterebbero troppe uscite anticipate di massa dai luoghi di lavoro. E poi chi andrà a riempire i posti lasciati vuoti visto che i giovani sempre più spesso emigrano all’estero? Ecco allora che arriva l’idea di una pensione part time sul modello svedese.

In pratica, a partire dai 64 anni, i lavoratori potranno iniziare a ridurre progressivamente il loro orario ma senza lasciare del tutto il lavoro. Lavorerebbero part time, riceverebbero uno stipendio part time e, per compensare, riceverebbero anche parte della loro pensione. Questo fino al raggiungimento dell’età pensionabile, cioè dei 67 anni. Una misura fattibile? Per ora si tratta solo di una proposta ma potrebbe funzionare e dare un po’ di respiro sia alle casse dell’Inps che ai tanti ultrasessantenni che non riescono più a reggere un orario full time.

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