Meno soldi per i lavoratori con figli: quando arriva la batosta

I lavoratori con figli devono sapere che ad un certo punto riceveranno meno soldi. C’è un momento preciso (anzi due) in cui arriva la batosta.

Per i figli a carico il Governo ha introdotto nel 2022 l’Assegno Unico Universale. Uno strumento che permette ai genitori di ricevere anche centinaia di euro in più ogni mese rispetto lo stipendio. Basti considerare che l’importo più alto è di 200 euro a figlio e che potrebbe essere aumentare grazie alle maggiorazioni.

Lavoratore depresso
Meno soldi per i lavoratori con figli: quando arriva la batosta (Sorrentojazz.it)

L’Assegno Unico è un aiuto fondamentale per le famiglie con figli a carico. In base all’ISEE si riceverà una certa somma mensile per ogni figlio. In più ci sono le maggiorazioni previste al verificarsi di alcune condizioni come la disabilità del bambino/ragazzo o entrambi i genitori lavoratori che permettono di incrementare ulteriormente l’entrata mensile.

Le somme erogate vanno da 54 euro a 200 euro circa per ogni figlio e nel 2026 aumenteranno grazie alla rivalutazione. Un genitore con due gemelli, ad esempio, potrebbe ricevere mensilmente 400 euro. Sapete quando arriva il duro colpo? Al compimento dei 18 anni dei ragazzi. La maggiore età, infatti, fa scendere notevolmente l’importo dell’Assegno Unico. Il range è tra 25 e 85 euro. Significa passare da 400 euro a 170 euro. Ma c’è di più.

La dura Legge dell’Assegno Unico

Con la maggiore età dei figli ci sarà una riduzione dell’importo dell’Assegno Unico. Il genitore dovrà comunicare in tempo la variazione all’INPS per evitare di dover restituire le somme percepite in più illegittimamente. Una batosta ma non l’unica perché l’Assegno Unico sparirà completamente al compimento dei 21 anni (a meno che il figlio non abbia una disabilità). Significa perdere molti soldi quando ancora il figlio è a carico perché studia o non ha ancora trovato lavoro. Però non si rimarrà del tutto senza aiuti.

Torta e numero 21
La dura Legge dell’Assegno Unico (Sorrentojazz.it)

L’Assegno Unico decadrà automaticamente dopo i 21 anni (viene ancora pagato nel mese di nascita) ma torneranno ad essere applicate le detrazioni fiscali per carichi di famiglia. Servono due requisiti perché ciò accada. Deve sussistere lo stato di convivenza (dichiarante e figlio devono avere la stessa residenza) e il reddito del ragazzo/ragazza dovrà essere inferiore a 2.840,51 euro nell’anno di riferimento oppure entro 4 mila euro fino ai 24 anni di età.

La detrazione teorica spettante è di 950 euro parametrata in base al reddito dei genitori. Dallo scorso anno c’è un altro requisito da soddisfare. Il figlio dovrà avere meno di 30 anni altrimenti le detrazioni non saranno concesse. Il lavoratore per poter usufruire delle detrazioni in busta paga dovrà farne domanda al datore di lavoro al momento dell’assunzione e poi sarà sempre valida. Dopo i 21 anni del figlio, dunque, le detrazioni si ritroveranno in busta paga.

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